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Mostra "Il paesaggio dei gesti" - Teatro Sociale di Stradella - dal 12 marzo al 26 marzo 2011
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Mostra "Il paesaggio dei gesti" - Teatro Sociale di Stradella - dal 12 marzo al 26 marzo 2011
Mostra "Il paesaggio dei gesti"
Teatro Sociale di Stradella
Dal 12 marzo al 26 marzo 2011
Orari: martedi 10:00 - 12:30
giovedì 16:00 - 18:00
sabato 10:12,30 / 16:00 - 18:00
domenica 10:00 - 12:30
Info: 0385.49264 o 0385.246569
info@teatrostradella.it
www.teatrostradella.it
Il paesaggio dei gesti è estraneo alla chiarezza tracciata dallo sguardo, seppur appassionato o curioso, di un osservatore di passaggio che cerca di appropriarsi di ciò che sta “là fuori” con un’immagine fotografica, riportandolo in qualche modo a sé. Il panorama, come qualcosa d’inerte o capace di imprimere una sua traccia sulla nostra pellicola sensibile, come fa il negativo in una camera oscura, ci rassicura del nostro essere protagonisti di ogni immagine o dell’oggettività della nostra interpretazione. Le foto dei gesti ci conducono, per chi intende abbandonare per un attimo la dimensione puramente individuale, oggettivante o solipsistica della visione, in un viaggio intimo e condiviso all’interno del paesaggio rurale. Tutt’altro che generico, questo paesaggio ha preso forma in una porzione d’Oltrepò, attraverso il tempo lento e innovativo dell’apprendimento generazionale, incrociandosi con abitudini culinarie, di socialità, di estetiche e ritualità condivise. Le pratiche contadine che animano le foto si liberano della staticità ed immobilismo cui spesso sono relegate. Sono pienamente inserite nel tempo e nel suo processo di continuo, seppur impercettibile, cambiamento. Il gesto implica sempre un compromesso con il tempo. L’abilità ad esso riconosciuta sta nella capacità di rendersi sensibile allo scorrere delle stagioni di un anno produttivo ma anche di riconciliarsi con la dinamicità propria di ogni contesto culturale, del sistema di valori sociali, economici, identitari, relazionali che lo rendono condiviso. Non si tratta di gesti “arcaici”, che sopravvivono al cambiamento, imperterriti e che si autoalimentano dalla loro ripetizione sempre uguale a se stessa. I gesti abili che cerchiamo di rappresentare come parte attiva del paesaggio, sono ben più fragili ed insicuri, mettendo radici proprio nel continuo scorrere del tempo biografico quanto sociale. Il paesaggio rurale incarna il gesto: è espressione visiva delle regole di reciprocità tra ambiente e ambizioni umane; è sempre il frutto di relazioni, più o meno etiche, di uomini e donne di diverse generazioni con il microcontesto ecologico in cui operano. In questo senso possiamo dire che il paesaggio è la proiezione dell’ambiente del nostro vivere. Le immagini presentate non si rifanno ad un gesto qualsiasi, ma cercano di seguire alcune modalità di produzione contadina che si distanziano dai gesti che caratterizzano i processi di tipo industriale. La scelta non è stata dettata dalla convinzione di una loro maggiore “autenticità” o radicamento all’interno del contesto locale. Nel gesto contadino però possiamo cogliere alcune “regole” che si fanno “sguardo sul paesaggio”; i gesti non possono essere standardizzati, ripetuti uguali a se stessi, secondo un’ortodossia che li precede e determina. Nell’atto del fare secondo “un mestiere”, lo sguardo abile dal dettaglio si amplia a ciò che lo circonda per “farsi appropriato” al contesto e diventarne parte attiva. Mai neutro rispetto allo spazio e tempo in cui viene praticato, il fare contadino cerca di assicurarsi la rinnovabilità e l’autocontrollo delle risorse produttive di cui si fa responsabile. Lo sguardo, per essere “abile”, deve essere educato, farsi attento al particolare nell’insieme e responsabile delle condizioni del suo riprodursi.[/justify][/justify][/left]
http://ilpaesaggiodeigesti.wordpress.com/about/[url=http://www.teatrostradella.it/]http://www.teatrostradella.it/
Teatro Sociale di Stradella
Dal 12 marzo al 26 marzo 2011
Orari: martedi 10:00 - 12:30
giovedì 16:00 - 18:00
sabato 10:12,30 / 16:00 - 18:00
domenica 10:00 - 12:30
Info: 0385.49264 o 0385.246569
info@teatrostradella.it
www.teatrostradella.it
Il paesaggio dei gesti è estraneo alla chiarezza tracciata dallo sguardo, seppur appassionato o curioso, di un osservatore di passaggio che cerca di appropriarsi di ciò che sta “là fuori” con un’immagine fotografica, riportandolo in qualche modo a sé. Il panorama, come qualcosa d’inerte o capace di imprimere una sua traccia sulla nostra pellicola sensibile, come fa il negativo in una camera oscura, ci rassicura del nostro essere protagonisti di ogni immagine o dell’oggettività della nostra interpretazione. Le foto dei gesti ci conducono, per chi intende abbandonare per un attimo la dimensione puramente individuale, oggettivante o solipsistica della visione, in un viaggio intimo e condiviso all’interno del paesaggio rurale. Tutt’altro che generico, questo paesaggio ha preso forma in una porzione d’Oltrepò, attraverso il tempo lento e innovativo dell’apprendimento generazionale, incrociandosi con abitudini culinarie, di socialità, di estetiche e ritualità condivise. Le pratiche contadine che animano le foto si liberano della staticità ed immobilismo cui spesso sono relegate. Sono pienamente inserite nel tempo e nel suo processo di continuo, seppur impercettibile, cambiamento. Il gesto implica sempre un compromesso con il tempo. L’abilità ad esso riconosciuta sta nella capacità di rendersi sensibile allo scorrere delle stagioni di un anno produttivo ma anche di riconciliarsi con la dinamicità propria di ogni contesto culturale, del sistema di valori sociali, economici, identitari, relazionali che lo rendono condiviso. Non si tratta di gesti “arcaici”, che sopravvivono al cambiamento, imperterriti e che si autoalimentano dalla loro ripetizione sempre uguale a se stessa. I gesti abili che cerchiamo di rappresentare come parte attiva del paesaggio, sono ben più fragili ed insicuri, mettendo radici proprio nel continuo scorrere del tempo biografico quanto sociale. Il paesaggio rurale incarna il gesto: è espressione visiva delle regole di reciprocità tra ambiente e ambizioni umane; è sempre il frutto di relazioni, più o meno etiche, di uomini e donne di diverse generazioni con il microcontesto ecologico in cui operano. In questo senso possiamo dire che il paesaggio è la proiezione dell’ambiente del nostro vivere. Le immagini presentate non si rifanno ad un gesto qualsiasi, ma cercano di seguire alcune modalità di produzione contadina che si distanziano dai gesti che caratterizzano i processi di tipo industriale. La scelta non è stata dettata dalla convinzione di una loro maggiore “autenticità” o radicamento all’interno del contesto locale. Nel gesto contadino però possiamo cogliere alcune “regole” che si fanno “sguardo sul paesaggio”; i gesti non possono essere standardizzati, ripetuti uguali a se stessi, secondo un’ortodossia che li precede e determina. Nell’atto del fare secondo “un mestiere”, lo sguardo abile dal dettaglio si amplia a ciò che lo circonda per “farsi appropriato” al contesto e diventarne parte attiva. Mai neutro rispetto allo spazio e tempo in cui viene praticato, il fare contadino cerca di assicurarsi la rinnovabilità e l’autocontrollo delle risorse produttive di cui si fa responsabile. Lo sguardo, per essere “abile”, deve essere educato, farsi attento al particolare nell’insieme e responsabile delle condizioni del suo riprodursi.[/justify][/justify][/left]
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annalisa- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 18.02.11
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