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breve storia del ritratto
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breve storia del ritratto
Fino all’invenzione della fotografia, erano solamente ricchi e nobili a permettersi un ritratto. I pittori costavano e costa cari. Con la fotografia tutto cambiò, anche i meno abbienti potevano pagare i pochi centesimi necessari per una stampa formato cartolina. Inoltre, chiunque, anche chi non aveva l’abilità del pittore, con la fotocamera poteva diventare ritrattista. Dieci anni dopo il 1836, data della nascita ufficiale della fotografia, in Europa si contavano centinaia di studi fotografici specializzati.
Agli inizi e in parte, ancora oggi, il ritratto fotografico ripete atteggiamenti e illuminazione del ritratto pittorico. La classica ripresa fotografica “a mezzo busto” è imitazione del ritratto pittorico. L’atteggiamento della persona imita ancora oggi, quando non ce ne sarebbe bisogno, le pose immobili che il soggetto era costretto ad assumere durante le lunghe sedute davanti al pittore. Anche quando riprende con un tempo di scatto inferiore al millesimo di secondo, più che sufficiente a fermare un piccolo movimento, il fotografo raccomanda al soggetto di rimanere fermo.
Anche l’illuminazione ricalca quella dei pittori. Non c’è da stupirsi: i primi fotografi si formarono nelle scuole di pittura e in particolare del ritratto in miniatura. Il dagherròtipo, la prima immagine eseguita a macchina, aveva dimensioni e aspetto della miniatura. Quella che si potrebbe definire democratizzazione del ritratto ha interessato non solo il soggetto ma, con il passare del tempo, ha riguardato anche il fotografo. Oggi tutti, si possegga una costosa reflex o una semplice compatta, possiamo fare buoni ritratti.
Agli inizi e in parte, ancora oggi, il ritratto fotografico ripete atteggiamenti e illuminazione del ritratto pittorico. La classica ripresa fotografica “a mezzo busto” è imitazione del ritratto pittorico. L’atteggiamento della persona imita ancora oggi, quando non ce ne sarebbe bisogno, le pose immobili che il soggetto era costretto ad assumere durante le lunghe sedute davanti al pittore. Anche quando riprende con un tempo di scatto inferiore al millesimo di secondo, più che sufficiente a fermare un piccolo movimento, il fotografo raccomanda al soggetto di rimanere fermo.
Anche l’illuminazione ricalca quella dei pittori. Non c’è da stupirsi: i primi fotografi si formarono nelle scuole di pittura e in particolare del ritratto in miniatura. Il dagherròtipo, la prima immagine eseguita a macchina, aveva dimensioni e aspetto della miniatura. Quella che si potrebbe definire democratizzazione del ritratto ha interessato non solo il soggetto ma, con il passare del tempo, ha riguardato anche il fotografo. Oggi tutti, si possegga una costosa reflex o una semplice compatta, possiamo fare buoni ritratti.
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